I ricordi sono importanti, sono il bagaglio necessario per percorrere la strada del futuro. 

Anche oggi, che il meteo aveva promesso un bel temporale, fa caldo, penso al futuro e al fatto che sono passati 2 mesi dalla mia mostra a ZonaZago7.
Rileggo i commenti che sono stati scritti sui social da chi ha visitato la mostra: mi riempiono di orgoglio.



Adriano Tetti

Raramente alle mostre ci si emoziona. Il tuo percorso è forte e garbato come te, bravissima.
“I feticci degli altri”, mostra di Silla Guerrini a Bologna presso ZZ7 – ZonaZagoSette fino a domenica 24 maggio in (fatto curioso) via Zago 7. Un percorso sulla memoria attraverso i sensi, l’olfatto, il tatto, le immagini, raccontato con garbo e profondità che muovono l’emozione di un vissuto che ci apparterrà per sempre e che ci ha fatti così, capaci di commuoverci annusando cenere di camino o accarezzando delle biglie di vetro.


Michele Levis

Consiglio a tutti di fare un salto a ZonaZago per la mostra di Silla Guerrini. E’ la dimostrazione che quando l’arte e’ supportata dall’introspezione del proprio vissuto… vale molto di più.


Lorena Zúñiga Aguilera

Confermo anch’io una bellissima mostra.


Maria Antonia Mantovani

Carissima Silla, mostra meravigliosa! Ancora tantissimi complimenti!


Barbara Mazzocco

Mi hai fatto aprire un vecchio cassetto.


Francesca Viola

sì io mi sono emozionata, mi hai fatto sbirciare un po’ nella tua vita ma senza invadenza.


Valeria Ventura

Intensa la mostra di Silla.


Cristina Lovadina

Non si può essere obiettivi quando a esporre è una persona che conosci e stimi… Dico solo che trovo il “mostrarsi” sempre coraggioso, che impegnarsi in un progetto artistico articolato e personale penso costi tanta fatica e che è bello quando, per chi guarda, oltre a un’indubbia e coloratissima bellezza, ci sono sostanza e profondità.
Ecco. Complimenti ancora!
PS: e tantissimi i punti acquisiti per la scelta della “colonna sonora”…


Franco Rondelli 

Entrate in punta di piedi, meglio se da soli. le pareti pur non essendolo sono un interno una placenta le luci -luci in cui nascevano nelle case i bambini- illuminano testi scritti a macchina parole e sensi densi illuminano dei contenitori neri in cui immergere la mano interpretare riconoscere illuminano un vasetto di vetro tappato mentre lo porti al naso alzi lo sguardo sull’immagine e tutto ti invade e avanti così tra i feticci di Silla che ti riporta a qualcuno dei tuoi.
La cosa rara: oltre il grosso apporto sensoriale (salvo la sonorizzazione che necessita di una spiegazione – dico io) le tele meritano proprio di essere COMPERATE perchè belle!


Roberto Parmeggiani

Carissima Silla, come promesso eccomi a restituirti un po’ di quello che mi hai consegnato con la tua mostra.
Ho avuto bisogno di un po’ di spazio per dare voce alle emozioni, alle sensazioni (e anche di trovare un po’ di tempo calmo per scrivere). Perchè come ti dicevo a voce, come artista hai fatto qualcosa di davvero particolare.
Le opere di un artista, infatti, i quadri, le canzoni o le performance sono il suo modo di mostrarsi, di offrirsi, di darsi in pasto al pubblico. Un pubblico, in questo caso io, affamato dell’altro, un po’ cannibale, alla ricerca di emozioni, storie, parole, pensieri. Di relazioni.
Tu hai fatto questo e, un pezzo in più.
Non solo ti sei mostrata come artista, non solo come persona ma anche come memoria, come ricordo. Come storia personale.
E questo, in me ma non solo, come risulta da altri commenti, ha innescato una specie di valanga.
Il tuo ricordo, prima come pensiero, poi rappresentato visivamente e sperimentato attraverso i sensi, ha interagito con il mio.
La tua storia con la mia.
Diverse ma, intrinsecamente uguali, comuni.
Comune, comuni, accomunati.
Come se, immaginando lo scorrere quotidiano come una passeggiata, per il tempo della visita alla tua mostra avessimo passeggiato mano nella mano, in silenzio.
Guardando la stessa realtà, con occhi diversi.
Sentendo l’odore dei tigli che ci riporta all’infanzia, la tua, la mia e il rumore dei sassolini sotto le scarpe, i piedi, i tuoi, i miei.
Ognuno poi presegue la sua passeggiata, la tua, la mia.
Un po’ più consapevoli, in fondo, di non essere soli.

Che dire, brava!


Grazie a chi è venuto e si è lasciato emozionare. Per me “I feticci degli altri” è stata molto di più di una esposizione delle mie opere. Ora guardo al futuro e sorrido.